Il primo passo da compiere per cercare di riconoscere una fake news, è ricordarsi che dietro ogni cosa che sentiamo o notizia che ci viene proposta, c'è qualcuno che ha qualcosa da guadagnarci: c'è una persona o un gruppo che ha un interesse economico a diffondere quella notizia o informazione. Questo vale sempre, anche quando la notizia è vera. Dobbiamo dunque capire quale sia questo interesse e talvolta sarà necessario scavare, perché non sarà immediatamente evidente.
Il secondo passaggio consiste nel chiedersi se la notizia che leggiamo o sentiamo ha il fine di emozionarci. Emozionare infatti, serve ad attrarre consensi. Starategia oggi utilizzata nel cosiddetto marketing emozionale, in realtà venne già massicciamente usata nel periodo delle grandi dittature del Novecento. Fu Gustave Le Bon a teorizzare che la massa presa nella sua interezza è come un uomo primitivo. E così come a un uomo primitivo non puoi spiegare ragionamenti complessi, allo stesso modo non puoi farlo con un gruppo di persone. Il metodo migliore per comunicare alla massa al fine di attirarla verso le proprie posizioni, quindi, è emozionarla, parlare alla sua 'pancia'. Allora quando leggiamo una notizia ricordiamoci di ripulirci dalle emozioni, e giudicarla solo col cervello.
Il terzo passo è domandarci quanto la notizia è in linea con le nostre aspettative. A volte infatti le notizie, specie le fake news, ci vogliono rassicurare per raggirarci. Quante volte ci capita di leggere una notizia che sembra una pubblicità? Questo è dovuto al fatto che il modo di comunicare moderno si basa sugli strumenti del marketing. Attira il nostro consenso dandoci ciò che vogliamo sentire. Quindi è sempre importante ascoltare l'altra campana, poiché nessuno è custode della verità assoluta, è c'è un fondo di verità in ogni punto di vista. Non limitiamoci a leggere ciò che ci gratifica o conferma le nostre posizioni. Ascoltiamo gli altri e cerchiamo di capire le idee di chi non ci piace.
Il quarto passo è porsi criticamente nei confronti di chi ci fornisce una determinata informazione. Infatti in alcuni casi potremmo essere portati a pensare che tutto quello che dice una persona di cui ci fidiamo sia vero. Purtroppo anche chi non è religioso, tende molto spesso ad avere un atteggiamento integralista, del tipo, per fare un esempio: Tutto quello che dice il mio partito è assolutamente vero, tutto quello che dice il suo avversario è una stupidaggine. In particolare c'è la tendenza a bollare con nomignoli ingiuriosi ciò che fuoriesce dal pensiero unico imposto dal proprio gruppo di appartenenza. Dietro gli epiteti comunista, sovranista, populista, complottista si cela il rifiuto a priori dell'informazione che arriva da una certa parte o da una certa persona. E' in pratica il gruppo a cui apparteniamo che ci dice: non ascoltare una parola di ciò che dice l'altro, perché sono tutte fake news, tutta immondizia. Si tratta fondamentalmente di un segno di debolezza del nostro schieramento, che ha paura che possiamo iniziare a usare il nostro cervello in modo indipendente. Dare nomignoli alle idee o alle persone è sostanzialmente un modo per limitare il raggio di azione del nostro cervello. Bisogna invece ricordarsi che nessuno ha assolutamente ragione e nessuno ha assolutamente torto. In medio stat virtus, ossia la virtù, e nel nostro caso la verità, è nella via di mezzo. Quindi diffidiamo da chi dà nomignoli.
Il quinto passo è simile al quarto. Ma qui, invece del nostro pregiudizio, a confonderci le idee è la presunta autorevolezza riguardo a un tema su cui non siamo competenti. Capita infatti spesso che una persona ci venga presentata come autorevole dagli organi di informazione. Che ce la propongano in continuazione, magari in televisione, a dirci la verità. Purtroppo noi non abbiamo alcun modo per verificare l'autorevolezza di quell'esperto. Per quello che ne sappiamo potrebbe essere un genio, oppure un incapace che è stato messo lì per ficcarci in testa un'idea che fa comodo a chi ce lo propone. In questi casi una domanda che ci potremmo porre per riconoscere una fake news è: è davvero una persona autorevole? Perché è sempre in tv invece di lavorare? Perché non dobbiamo dimenticarci che chi fa cose importanti e le fa bene, non ha molto tempo da perdere negli studi televisivi. In altri casi poi, invece che da un esperto del settore, l'informazione potrebbe arrivare da un personaggio famoso come un cantante o un attore. Purtroppo il nostro cervello, per qualche strano motivo, ha la tendenza a credere istintivamente che se una persona è brava a fare una cosa, allora è brava in tutto. Ovviamente non è così, e se ci piace una canzone non vuol dire che dobbiamo prendere per oro colato tutto ciò che dice il cantante. In entrambi i casi citati, del personaggio autorevole e di quello famoso, per influenzarci viene applicata la tecnica del testimonial ereditata dal mondo pubblicitario. E sempre più spesso, la persona che ci presenta la sua opinione è molto curata nell'aspetto esteriore, ha una voce piacevole, ed è spiritosa. Non fidiamoci troppo: si tratta di un altro modo per attirare il nostro consenso al di là dei contenuti.
Quindi, riassumendo i 5 passi, per riconoscere una fake news dobbiamo:
1. Chiederci a chi giova: ogni informazione cela l'interesse di qualcuno.
2. Non lasciarci emozionare: la ragione deve prevalere sul cuore.
3. Ascoltare l'altro: non limitiamo il nostro pensiero a ciò che vogliamo sentire.
4. Essere intelligenti: diffidiamo da chi insulta e dà nomignoli ingiuriosi.
5. Chiudere gli occhi e non fidarci delle apparenze: guardiamo il contenuto, non la confezione.
Come spero avrete capito, questo articolo non vuole dire a nessuno ciò che è vero e ciò che è falso. E' solo la modesta proposta di un metodo in 5 passi per riconoscere una fake news, usando correttamente il proprio cervello. Per farci influenzare il meno possibile da chi vuole spingerci in una determinata direzione nel suo interesse economico e non certo nel nostro. Se avete qualche ulteriore stratagemma che potrebbe essere utile a riconoscere una fake news, vi invito caldamente a condividerlo nei commenti.